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Giuseppe La Rocca
 Le sue poesie

La prima poesia pubblicata:
 
’U vecchiu piru (16/06/2016)

L'ultima poesia pubblicata:
 
Folate scomposte (10/01/2021)

La poesia più letta:
 
’U vecchiu piru (16/06/2016, 1440 letture)


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Giuseppe La Rocca

Jocu di mascari

Eramu nichi, ‘a strata pû jocu era casa.
Pi jucari nni bastava picca cosa,
un pocu ‘i crita, un ferru di cavaddu,
du fila ‘i spacu e qualchi pinna di jaddu.
Facìamu notti e nun eramu mai satri,
finìamu sulu pî vuciati dî matri
e ‘i minazzi di qualchi timpuluni
o peggiu ancora di ristari dijuni.
Bastava na mascariata e un pocu ‘i fantasia,
pi trasfurmarinni, comu pi magia,
in re, rigini, duttura, malati,
guerreri, pirati o simplici surdati.
Allura ni mascaravamu pi darinni curaggiu
e pi putiri trasiri ‘nto novu personaggiu.
Ora la maschera nna mittemu tutti i jorna
senza pinsaricci supra, senza nudda vriogna.
Facemu sempri facci ‘i circustanza,
rispittannu ‘a bona crianza.
Stringemu manu ca vulissimu sputari.
Vasamu facci ca nni fannu schifiari.
Nni mettemu na mascara di duluri
quannu videmu ‘nto televisuri
puvirazzi comu bestii ammassati,
o ‘nto mari a migghiara anniati.
Canciamu canali, nun vulemu chiù turmenti
e allura cercamu cosi divirtenti,
jiccamu ‘a mascara dâ dulenza,
e passamu a chidda di l’indiffirenza.

Traduzione dal siciliano parlato nella parte occidentale della provincia di Palermo.
Gioco di maschere
Eravamo piccoli, la strada per il gioco era casa./ Per giocare ci bastavano poche cose/ un po’ di creta, un ferro di cavallo,/due fili di spago e qualche penna di gallo./ Facevamo notte e non eravamo mai soddisfatti/ finivamo solo per i richiami delle madri/ o per la minaccia di qualche schiaffo/ o peggio ancora di restare digiuni./ Bastava una mascherata e un po’ di fantasia,/ per diventare come per magia, re, regine, dottori, ammalati,/ guerrieri, pirati o semplici soldati./Allora ci mascheravamo per darci coraggio/ e per potere entrare in un nuovo personaggio,/ ora la maschera la mettiamo tutti i giorni/ senza pensarci su e senza nessuna vergogna./ Facciamo sempre faccia di circostanza/ e rispettiamo la buona creanza/ stringiamo mani che vorremmo sputare/ baciamo facce che ci fanno schifare/ Ci mettiamo una maschera di dolore/ quando vediamo nel televisore/ poveracci come bestie ammassati/ o in mare a migliaia annegati/ Cambiamo canale, non vogliamo più tormenti/ vogliamo solo cose divertenti,/ buttiamo la maschera della tristezza/ e indossiamo quella dell’indifferenza.

Giuseppe La Rocca 19/10/2017 19:56| 592

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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